Si torna volentieri nei luoghi del vino romagnolo. La crescita di qualità generale avvenuta negli ultimi anni all’interno del comparto produttivo ha seguito un virtuoso intreccio: da un lato l’accresciuta consapevolezza delle aziende che animano il territorio per un odierno panorama enologico diffuso dove è divertente orientare il proprio palato, dall’altro il lavoro consortile focalizzato, ormai da qualche anno, sulla parcellizzazione del territorio e sull’esaltazione delle peculiarità geologiche che caratterizzano le odierne sottozone della denominazione le quali, progressivamente, stanno acquisendo una vera e propria identità.

 

Si torna volentieri in questi luoghi anche per esprimere una solidarietà non retorica verso un territorio ferito dagli effetti dell’antropocene, quest’anno implacabili, i cui effetti hanno portato a un inferno di fango che, a Maggio, ha investito gran parte della regione romagnola.

 

Gli smottamenti, le frane e la perdita di suolo sono visibili a occhio nudo così come le conseguenze della grandine caduta qualche giorno prima del mio arrivo. Eventi a macchia di leopardo, certo, da non generalizzare per creare falsa informazione ma che danno la misura di una oggettiva difficoltà a portare avanti il lavoro di vignaiolo. «Al netto dei danni provocati dall’alluvione – mi racconta Giacomo Montanari dell’azienda Ca’ di Sopra a Marzeno – è stato davvero difficile entrare in vigna per trattare la peronospora, altro cataclisma nazionale quest’anno per noi viticoltori».

 

Alla luce di tutto questo, Vini ad Arte 2023, la rassegna annuale di anteprima dei vini di Romagna programmata per maggio e slittata per ovvie ragioni a metà luglio, è stata l’occasione per apprezzare il recente e progressivo lavoro dei vignaioli, fare il punto della situazione del percorso di crescita di questo areale che si distende tra Appennino e mare e ascoltare le testimonianze condivise di anni sempre più estremi dal punto di vista agricolo, ecologico e politico. Quattro anni fa su slowine.it scrissi di un territorio in cerca di identità; i recenti assaggi rivelano un percorso virtuoso in tale direzione che vale la pena seguire per il tempo a venire.

 

Le sottozone

Giova ai lettori menzionare le 15 sottozone e le principali matrici geologiche di appartenenza al fine di rendere un’immagine esaustiva del territorio. L’elenco seguente è tratto dal prezioso intervento dell’enologo Francesco Bordini:

 

Imola

località principali: Tre Monti, Val Sellustra, Montecatone, Fontanelice, Dozza, Varignana

 

altitudine: 30 – 400 metri

 

suoli: terre rosse e brune in prossimità della via Emilia, argille grigie alle quote intermedie, terre ocra negli areali più alti.

 

Serra

località principali: sottozona percorsa dal fiume Senio, comprende i comuni di Riolo Terme e

Casola Valsenio oltre a parte dei comuni di Faenza, Brisighella e Imola

 

altitudine: 60 – 250 metri

 

suoli: terre rosse e grigie nella prima fascia altimetrica, marne gessose e terre ocra alle quote più alte.

 

Brisighella

località principali: grande sottozona estesa lungo la vallata del torrente Lamone (e in piccola

parte lungo il torrente Sintria)

 

altitudine: 180 – 500 metri

 

suoli: procedendo da Faenza in direzione sud alla crescita della quota altimetrica corrispondono 3 fasce di suoli:

 

  1. Pideura, Monte Coralli, Zattaglia composta da terre rosse, sabbie

gialle e argille di origine calanchiva

 

2. intorno al comune di Brisighella composta da marne gessose

 

3. oltre il comune di Brisighella con la comparsa della marnosa arenacea.

 

Marzeno

località principali: piccola sottozona molto omogenea estesa lungo il percorso del torrente

Marzeno, tra Faenza e Modigliana

 

altitudine: 100 – 200 metri

 

suoli: argille prevalentemente calcaree brune e grigie, nel versante nord est tendenti al rosso.

 

Oriolo

località principali: si estende tra Faenza e Forlì, le località più importanti sono Oriolo, Santa

Lucia, I Sabbioni, Castiglione, Petrignone

 

altitudine: 60 – 200 metri

 

suoli: sul versante occidentale faentino dominano le argille brune e rosse, sul versante orientale forlivese dominano i suoli color ocra e le sabbie gialle plioceniche

 

Modigliana

località principali: la sottozona corrisponde all’areale del comune di Modigliana, territorio

appenninico diviso in tre vallate che prendono il nome dagli omonimi torrenti (Acereta, Tramazzo e

Ibola)

 

altitudine: 300 – 600 metri

 

suoli: interamente derivanti dalla marnosa arenacea ma in cui le arenarie prevalgono sensibilmente sulle marne. i terreni sono poco profondi, sciolti e con medio livello di calcare.

 

Castrocaro

località principali: comprende i territori attraversati dal Torrente Montone, l’areale principale si

estende nell’intero comune di Castrocaro Terme Terra del Sole; coinvolge anche i comuni di Dovadola e Rocca San Casciano

 

altitudine: 80 – 300 metri

 

suoli: prevalgono i suoli argillosi calcarei color ocra con affioramenti del tipico sasso di origine marina chiamato in dialetto “spungone”»; nell’areale di Bagnolo e Sadurano sono diffuse le argille grigie di origine calanchiva mentre nelle terre più alte compaiono le marne e le arenarie.

 

Predappio

località principali: grande sottozona estesa lungo la vallata del torrente Rabbi e sulla sponda sinistra del Bidente. Si possono individuare alcuni areali principali: Predappio Alta, Fiumana, Ravaldino, Vecchiazzano, Cusercoli, San Zeno

 

altitudine: 120 – 400 metri

 

suoli: dominano i suoli calcareo argillosi di colore ocra e bruno con intrusioni di argille rosse e sabbie nelle aree più basse, gessi e calcare organogeno a Predappio Alta, arenarie nelle zone più alte di Cusercoli e San Zeno.

 

Bertinoro

località principali: comprende l’intero comune di Bertinoro e il versante occidentale delle colline

di Cesena

 

altitudine: 100 – 350 metri

 

suoli: terreni franchi e argillosi di colore ocra e bruni ricchi di calcare di origine marina ossia spungone.

 

Cesena

località principali: si estende nelle prime colline che circondano il fiume Savio e sino alla sponda

ovest del torrente Rubicone

 

altitudine: 60 – 250 metri

 

suoli: argille color ocra poco calcaree e sabbie gialle

 

Mercato Saraceno

località principali: il territorio si estende lungo la vallata del Savio, con particolare riferimento all’intorno dell’abitato di Mercato Saraceno e di Montesasso

 

altitudine: 160 – 400 metri

 

suoli: prevalgono le terre brune calcaree di origine alluvionale, nell’alveo del Savio si trovano presenze ghiaiose e nelle aree più alte compaiono le marne e le arenarie.

 

Longiano

località principali: si estende ad est del fiume Rubicone, le località più importanti sono Longiano, Roncofreddo, Montiano, Monteleone e Ribano

 

altitudine: 60 – 300 metri

 

suoli: argille calcaree color ocra, con presenza di sabbie e arenarie che aumentano con la quota altimetrica.

 

Verucchio

località principali: si estende lungo la valle del torrente Marecchia dalla Via Emilia sino all’appennino, la viticoltura è concentrata soprattutto nell’intorno delle località di Verucchio e Torriana, altre località del territorio sono Santarcangelo e Novafeltria

 

altitudine: 50 – 450 metri

 

suoli: terre brune alle quote più basse, marne gessose e terre grigie alle quote più alte.

 

Coriano

località principali: si estende lungo la valle del torrente Marano, è la sottozona centrale della provincia di Rimini in cui è concentrata la maggior parte della viticoltura, località principali: Coriano, Montescudo

 

altitudine: 60 – 250 metri

 

suoli: terre brune, ocra e grigie.

 

San Clemente

località principali: si estende lungo la valle del torrente Conca, è la sottozona più orientale della

Romagna, località principali San Giovanni in Marignano, San Clemente,

Morciano, Saludecio, Gemmano

 

altitudine: 60 – 300 metri

 

suoli: terre brune e rosse, in prossimità di Gemmano marne gessose, alle altitudini maggiori marne calcaree.

 

Gli assaggi

In anteprima ho potuto assaggiare 147 vini dei 158 proposti dal Consorzio. Sono mancate nel mio taccuino le Romagna Albana passite. D’altronde il palato è legato al cervello e molti vini hanno stimolato, fortunatamente, ricordi, pensieri e, in alcuni casi, emozioni frenando la serialità della degustazione. Ho anche notato come molti assaggiatori facessero video e foto alle bottiglie in degustazione per velocizzare credo la pubblicazione sui canali social. Rimango in modo ostinato dalla parte antica della narrazione dell’assaggio quale deposito ragionato di stimoli e riflessioni, lente. Dei 147 vini assaggiati 111 erano rossi suddivisi tra romagna sangiovese superiore, romagna sangiovese sottozona, romagna sangiovese superiore riserva, romagna sangiovese sottozona riserva. Nelle intenzioni del Consorzio la piramide qualitativa prevede al vertice la sottozona, poi la versione superiore e infine la semplice versione sangiovese. Per ogni tipologia è prevista la versione riserva che conta su un ulteriore affinamento in cantina. Per i vini bianchi albana secco vi erano 36 campioni.

 

Esordio per l’annata 2022 presentata dall’enologa Marisa Fontana. Le sue parole non sorprendono chi vive in Italia centrale visto la specularità dell’andamento annuale con altre regioni subappenniniche come Toscana e Umbria. Annata siccitosa, senza contrasti termici che ha condotto alla rapida e squilibrata maturità zuccherina. Per fortuna le piogge di metà agosto hanno parzialmente ricondotto l’equilibrio fenolico dei grappoli. Al contrario dei tempi correnti, la 2022 non ha presentato problemi sanitari.

 

I vini che mi sono piaciuti di più e un paio di considerazioni finali 

RSS sta per Romagna Sangiovese Superiore

Sottozone e riserva sono scritte per intero

 

Fattoria del Monticino Rosso (Imola)

RSS S zero solfiti aggiunti 2022

Frutto aperto non smaccato, incisivo e stratificato

 

Fattoria Nicolucci (Predappio)

RSS Tre Rocche 2022

Ha buon frutto, sentori di appassimento floreale, buona naturalezza espressiva

 

Noelia Ricci (Predappio)

RSS Il Sangiovese 2022

Dettagliato nell’estrazione aromatica, quella tannica risente di un contributo eccessivo tenuto a bada dalla vivida acidità.

 

Poderi Dal Nespoli (Predappio)

RSPredappio Gualdo 2022

Frutto ben estratto, articolato e succoso, piacevole.

 

Ca’ di Sopra (Marzeno)

RSS Crepe 2022

Piacevole, articolato e succoso. Aperto nel frutto ma schietto e godibile.

 

Ca’ di Sopra (Marzeno)

RSMarzeno Cadisopra 2021

Buona articolazione, succo e tannino funzionano bene per un ritmo ricco di energia

 

Noelia Ricci (Predappio)

RSPredappio Godenza 2021

Buona definizione del frutto per una progressione leggiadra ma incisiva

 

Piccolo Brunelli (Predappio)

RSPredappio Pietro 1904 2021

Piacevole al palato fine e articolato, un filo alcolico ma espressione aperta di appagante naturalezza espressiva.

 

Piccolo Brunelli (Predappio)

RSPredappio Cesco 1938 2021

Aperto, dettagliato e delicato negli aromi floreali per un palato deciso, quasi austero, dal tannino esposto e armonico.

 

Villa Papiano (Modigliana)

RSModigliana Papesse 2021

Estremamente succoso, docile e fine; di una semplicità coinvolgente ma non superficiale.

 

Villa Venti (Longiano)

RSS Primo Segno 2021

Selvatico e ricco di energia con progressione irresistibile, tannino maturo e acidità succosa.

 

Ca’ di Sopra (Marzeno)

RSMarzeno Vigna Ca’ del Rosso riserva 2020

Complesso e profondo esprime densità e peso estrattivo ben sorretti da spalla acida e tannino finemente estratto.

 

Piccolo Brunelli (Predappio)

RSPredappio Dante 1972 riserva 2020

Bella, bella sensazione di frutto e progressione decisa e fine con parte fenolica ben estratta.

 

Villa Venti (Longiano)

RSLongiano Longiano particella 10 2020

Nitido e leggiadro, il vino si distingue per finezza del sorso e complessità della stratificazione gustativa. Molto buono.

 

In conclusione

La qualità della denominazione è molto convincente. I toni caricaturali, dovuti a un eccessivo utilizzo del legno di affinamento, soprattutto per la versione Riserva assaggiati qualche anno fa, hanno lasciato spazio a espressioni più cristalline e identitarie. La scelta consortile di porre al vertice della denominazione le sottozone ha condotto le aziende a focalizzare la propria attenzione sulla relazione vitigno e luogo di origine, di fatto bilanciando lo stile esecutivo sulla traduzione del potenziale geografico e non sulla prestazione enologica. Ciò rappresenta un ottimo punto di partenza per il percorso qualitativo del comprensorio. L’apporto fenolico e in generale la tattilità dell’aspetto tannico è uno dei punti cruciali per la finezza del sangiovese di Romagna; di certo gli estremi climatici non hanno aiutato. L’annata 2022, come si è detto molto calda, ha evidenziato la difficoltà di armonizzare la levità del sorso con l’integrazione dei tannini. Sarà interessante poter assaggiare alcuni di questi vini in Autunno per comprenderne a pieno la prospettiva evolutiva e la misura della trasformazione fenolica. Più semplice, per i vignaioli, gestire le due vendemmie precedenti. Tra 2021 e 2020 ho trovato vini dalla profondità e grazia notevoli. Mi hanno convinto meno, infatti non ne ho menzionato alcuno, i vini albana di Romagna. Nella maggior parte dei casi ho trovato vini troppo esili, profumati e alcolici. Ritengo che tale vitigno possa ambire a esecuzioni più coraggiose e ossidative.

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Da Pubblicato il: 31 Luglio 2023Categorie: Articolo di Testa, Senza categoria1 Comment

One Comment

  1. jacopo cossater 30 Agosto 2023 at 23:20 - Reply

    Ho recuperato questo pezzo con qualche settimana di ritardo, mi permetto lo stesso di ringraziarti per la lucidità che emerge dalle tue parole, una fotografia che aiuta a comprendere meglio uno dei territori che da un po’ mi pare essere tra i più interessanti ma che riesco sempre ad “assaggiare” troppo poco. Utilissimo Fabio, a presto!

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